domenica 4 novembre 2012

Novembre è il nuovo Ottobre

" (...) una delle cose che ci rende umani è la tendenza (il desiderio, più che altro) a vedere le nostre vite come delle storie e delle narrazioni con una loro sequenzialità (a differenza di quanto succede agli altri animali, che vivono sempre e solo nell'hic et nunc), con corollario di concetti come 'tempo', 'ricordi', 'esperienza', 'futuro' alieni alle altre specie. La qual cosa naturalmente implica che siamo tanto più felici quanto più vediamo un senso e un progresso nella nostra storia, e che invece siamo tristi e smarriti (affetti da denarrazione, dice Coupland) se non riusciamo a vederne la strada. E' il tipo di cosa ovvia che ti sembra di avere sempre saputo, ma quando ci pensi ti rendi conto che no, in questi termini esatti forse non ci avevi mai pensato. Io in passato davo poco peso a questa componente (uno dei primi sottotitoli del mio blog, in un'era preistorica in cui è improbabile che qualcuno di voi lo leggesse, era Se non sai dove stai andando, tutte le strade portano là), a causa probabilmente della segreta convinzione (ben nascosta da una robusta dose di cinismo) che la vita avrebbe continuato a riservarmi scoperte e sorprese esattamente come ha fatto tra i 16 e i 25 anni. Non c'è bisogno di dire che poco dopo il tempo ha cominciato a correre più veloce e più monotono, e che oggi molte cose, anche nuove, sembrano spesso già vecchie e scontate in partenza. Il sottotitolo del mio blog è cambiato varie volte in frasi sempre meno ottimiste, e se la vedo in termini couplandiani la mia vita da un po' di anni è una sequenza inorganica di esperienze, oggetti e riflessioni accumulate in modo famelico e assai poco lineare. Una storia che magari ogni tanto è interessante, ma che nella sua interezza è ormai quasi completamente priva di una direzione. Il tipo di storia che se la racconti, un po' ti annoi. Pensare di avere uno scopo con la S maiuscola è assurdo per qualunque persona con un minimo di spessore e curiosità, è ovvio. Ma un verso, una strada, una narrazione che sta andando da qualche parte anche solo vagamente definibile in questo momento mi appare come una cosa tutt'altro che indesiderabile. "

mercoledì 19 settembre 2012

waitforit

All that I desire to point out is the general principle that life imitates art far more than art imitates life.
Oscar Wilde

Che è l'unica cosa che mi viene in mente dopo aver visto l'ultima puntata della seconda stagione di How I met your mother.. Troverò il modo di scrivermelo su una maglietta.
Vorrei inoltre puntualizzare che sembra io abbia ancora 16 anni, ma farlo sarebbe da sedicenni.

mercoledì 1 agosto 2012

Detachment

There is no you, there is only me.
A barattare un po' di sana e puzzolente realtà con i miei luccicanti sogni sono sempre stato un asso.

Hai lasciato il tuo lavoro sicuro e ora il nulla è lì davanti a te, e freme dalla voglia di saltarti addosso per farti sentire tutto il suo peso. Son scelte di campo, aveva ragione Cartesio.
Sono pronto. Poche, semplici regole: accantona per un anno tutto ciò che sia dispendioso. Metti sempre te davanti al resto. Immergiti nella storia, studia ogni singolo giorno, anche se non basterà. Rimettiti in sesto, abbandona l'idea di soddisfare chiunque. Ci sei per una chiacchierata? NO. Attività fisica, bello. Ogni singolo giorno. La costanza è avere una voce la mattina che ti urla nell'orecchio: alzati, o ti deluderai. Conquista il tuo ordine, e fai tutto questo con il sorriso sulle labbra. Se non riesci ad essere sereno, fa che il tuo sorriso si trasformi in un ghigno di rabbia. La devi mordere ai polpacci, la vita. La devi prendere a botte finché non sanguina nero, quando sarà caduta a terra.
Guardati in faccia: ce la puoi fare. Cazzo, sì, ce la puoi fare.
Sarai solo, non sarà un problema. Qualche riga, qualche canzone, ti terranno in piedi. Se non ci credi tu, non ci crede nessuno. Se non ci credi tu, non ci crede nessuno. Se tu ti lamenti, gli altri diranno che è uno schifo senza speranza. Se tu desisti, gli altri diranno che era impossibile.Se tu rinunci, gli altri ti giustificheranno.
E' lungo, un anno. Guardami: ce la puoi fare.
Distacco, ci vuole. Da ogni cosa a partire da quella che più ti distrae. Da ogni cosa a partire da quella più vicina. Presente a te stesso, distaccato dal mondo, il contrario di Camus.
Henry Bartes è il tuo obiettivo. Tu, nei panni di Henry Bartes. Tu, nei panni di te stesso guardando a Henry Bartes. Guardami, guardati: ce la puoi fare.

Avanti, vediamo se era tutto un bluff.

martedì 19 giugno 2012

perdere tempo

E' sempre così, tipo montagne russe, tipo eterno ritorno.
Non so più che farmene delle parole. Le giro, le rigiro e mi sembrano rotte, da aggiustare in continuazione. Alcuni pezzi si sfaldano tra le mani, altri, pieni di polvere, lasciano una patina di incomprensione sulle dita che si portano dietro lo sporco di ciò che non viene colto.
Io sono ancora qui, libero di sentirmi in catene.
Io sono ancora qui, in attesa di una svolta che è reale quanto il castello della disney.
Io sono ancora qui, ma sono altrove, senza esserci davvero.
Questo altrove che non esiste perché frutto di un accordo immaginario con l'idea che mi sono fatto di te.
Mi sto squamando, e ogni volta i pezzi si ricostruiscono da soli, sempre più deboli, sempre più fragili. Il nostro rapporto nel tempo assomiglia alla differenza che c'è tra i vecchi elettrodomestici (prima) saldi e duraturi, e quelli nuovi (poi), che sono progettati per distruggersi in breve tempo. Per essere consumati.
Ho nostalgia di qualcosa di luccicante, forte e resistente come il marmo. Ho nostalgia di qualcosa di elegante, tenue e leggero come la seta.
La mia barca si allontana dalla tempesta, e non c'è nessuno all'orizzonte. Sono solo, il cielo è limpido e tira una brezza sconfortante, fatta di grida e odore di spazzatura. A volte remo senza sosta, ma la riva è sempre lontana. So cosa voglio, ma so anche che nessuno è d'accordo, tantomeno tu.
E questo è triste. 

domenica 8 aprile 2012

Lay and love

Ho perso tutto.
Tutto quello che avevo scritto qui sul web dal 2008 al 2010 più o meno, è andato perduto in un soffio insieme ai server di splinder. Puff.
Descrivere le sensazioni suona tanto ridicolo quanto riduttivo: è semplicemente una perdita, qualcosa che prima c'era, era in qualche modo reale: visibile, visitabile. Ora non c'è più, e basta. Perduta, per sempre.
La cosa peggiore (come spesso accade) è semplicemente che non è stata una mia scelta, ma il faccia a faccia con l'accettazione di un dato di fatto. Quando si dice: l'impotenza. Mista a coglionaggine e disinformazione, questo è ovvio. Perché se la notizia girava in rete già da Novembre, che io me ne sia accorto pochi giorni fa, non è così normale. O forse è la cosa più normale che c'è, considerata la mia vita attuale.

venerdì 14 ottobre 2011

La spesa

Non è un rapporto quello che si fonda sull'impossibilità di vedersi o di contattarsi in qualsiasi momento si voglia. O forse si? Mi manca non poterti sentire quando ho voglia di farlo. Mi sento in catene. Una buona azione acquista o perde valore se non c'è nessuno che se ne accorge? Mi hanno insegnato che acquista valore, ma non potranno mai convincermi che non lascia un pò di amaro in bocca. Dovunque tu sia, non è importante che noi ci abbiamo già messo un punto probabilmente definitivo, perché io di pagine ne continuo a scrivere, solo che non te le faccio leggere. E tu non ne sai niente, e continui per la tua strada. E ti sembra giusto, il rispetto? Dovrei fare la spesa.

martedì 11 ottobre 2011

Living well is the best revenge

Evitare di incontrarla in chat. Cancellarla da facebook. Rifai il letto. Vai a distribuire volantini fuori da catechismo. Lega del filo d'oro. Telefona a Piero. Telefona a Mattia. Telefona a Mattia, l'altro Mattia. I denti, lavati sempre i denti. Il comodnino, quanta polvere c'è sul comodino? Il letto di tuo fratello. I vestiti. La cesta dei panni sporchi si sta riempiendo. Riavvitare la maniglia. Pensare a cosa fare della tua vita, se c'è tempo. Pensare, se c'è tempo. Parla poco in pubblico. Rifletti prima di parlare. Rifletti ancora prima di parlare. Non dare questo indirizoo a nessuno. NON DARE QUESTO INDIRIZZO A NESSUNO.